La torta della nonna è uno dei grandi classici della pasticceria italiana: un guscio di frolla friabile ricoperto di pinoli tostati che racchiude una crema pasticcera profumata alla vaniglia.
La versione che vi propongo oggi è tratta dall’ultimo libro di Roberto Rinaldini, I miei dolci italiani, un libro molto bello e alla portata di tutti, a differenza di molti altri presenti nella mia collezione.
Non amo particolarmente l’autore come personaggio televisivo e pubblico, ma indubbiamente è bravo, le ricette sono spiegate bene e se si seguono alla lettera riescono perfettamente.
Ho preparato questo dolce in occasione di un pranzo in famiglia ed è stato apprezzato da tutti.
La pasta frolla è leggermente abbondante. Potete conservare la rimanenza in frigo fino a un massimo di 15 giorni o surgelarla ed averla pronta per successive preparazioni.
Friabilissima anche dopo la conservazione in frigo, la torta della nonna di Roberto Rinaldini ha un gusto delicato che conquista al primo assaggio sia per la crema che per la frolla arricchita dal miele.
Non vi resta che provarla!
Torta della nonna di Roberto Rinaldini
Dosi per uno stampo da 28 cm di diametro
Per la pasta frolla con lievito
500 g di farina 0
340 g di burro
200 g di zucchero semolato
24 g di miele millefiori
100 g di uova intere
2,4 g di lievito in polvere
1 baccello di vaniglia
1 limone non trattato (scorza grattugiata)
3 g di sale fino
Procedimento
Sciogliere bene il sale nelle uova miscelandoli.
Lavorare brevemente in planetaria con la foglia l zucchero, il burro, il miele e gli aromi senza montare.
Aggiungere le uova, impastare ancora e unire la farina.
Lavorare l’impasto solo il tempo necessario a renderlo compatto e omogeneo.
Formare un panetto piatto di forma rettangolare, avvolgerlo in pellicola per alimenti e trasferirlo in frigo per almeno 8 ore.
Dopo il riposo stendere 450 g di pasta frolla ad uno spessore di circa 3,5 mm e rivestire uno stampo da crostata da 28 cm di diametro.
Per la crema pasticcera al profumo di vaniglia
320 g di latte intero
160 g di panna fresca
180 g di zucchero semolato
80 g di tuorli
120 g di uova intere
30 g di fecola di patate
10 g di amido di riso
25 g di pasta di arancia (io ho frullato delle scorze di arancia candita fino a ridurle in crema)
1 baccello di vaniglia
Procedimento
Portare a bollore il latte e la panna.
In una ciotola mescolare i tuorli, le uova intere, lo zucchero, la pasta d’arancia, i semi di vaniglia e la fecola miscelata con l’amido di riso.
Incorporare il composto di latte e panna caldo e continuare la cottura sul fuoco mescolando continuamente con una frusta fino alla temperatura di 82°C.
Appena la crema si sarà addensata, raffreddarla velocemente travasandola in un contenitore basso e largo e passare in abbattitore coprendola con pellicola a contatto.
Per la composizione della torta della nonna
100 g di pinoli (o q.b.)
1 uovo per spennellare
Procedimento
Distribuire la crema fredda sopra la pasta frolla nello stampo.
Stendere 300 g di frolla a spessore di circa 2,5 mm e coprire il dolce.
Sigillare bene i bordi schiacciando leggermente, spennellare con l’uovo e distribuire i pinoli su tutta la superficie.
Infornare a 170°C in modalità ventilata per circa 50 minuti o fino al raggiungimento di una colorazione ambrata.
Far raffreddare su una gratella da pasticceria.
Prima di servire spolverare di zucchero a velo.
Conservare in frigo.
6 Comments
Gessica
18 aprile 2017 at 22:25Questa è la mia prossima torta!Bellissima!
trazuccheroevaniglia
19 aprile 2017 at 15:32A me è piaciuta un sacco, fammi sapere se incontra anche il tuo gusto. Ciao e grazie per la fiducia!
Daniela Bucalo
2 ottobre 2017 at 14:56Grazie per la ricetta!! Avevo visto questa torta del maestro e cercando su google sono finita qui 🙂
L’ho fatta, perfetta e mi sono permessa di pubblicarla copiando il tuo testo, citandoti e mettendo il tuo link.
Grazie
trazuccheroevaniglia
2 ottobre 2017 at 15:10Ciao Danita, mi fa piacere che tu sia approdata nel mio angolo dolce! E ti ringrazio per la citazione, sempre gradita. Il libro è davvero molto bello con ricette fattibili anche per chi è alle prime armi, non posso fare altro che consigliarlo. A presto
Daniele
15 aprile 2018 at 23:42Ciao, complimenti per il tuo sito ed il tuo lavoro. Una curiosità: come mai indichi sempre la modalità ventilata nel forno? non riscontri mai vantaggi nel lavorare in modo statico, come molti manuali indicano?
Grazie
trazuccheroevaniglia
16 aprile 2018 at 12:44Ciao Daniele e grazie per i complimenti.
Indico sempre la modalità ventilata perché era quella con cui mi trovavo meglio con il vecchio forno. Ne ho da poco preso uno nuovo e ora qualche volta uso anche la modalità statica. Resta il fatto che tutto si può cuocere in entrambi i modi, regolando temperatura e tempo di cottura.
In linea di massima continuo a preferire la modalità ventilata per una cottura uniforme.